La seconda metà de “La luce dentro” vede l’entrata in scena di Stefano Ciotola, soprannominato Sidney, che arriva nel romanzo dopo un tragico fatto di sangue, che ha coinvolto e sterminato la sua famiglia e sarà Rocco a prendersi cura di lui, con l’intento di ridargli un’esistenza dignitosa e alternativa a quella che spetterebbe a chiunque viva accanto a un boss. Ma chi è questo personaggio? Importante quasi quanto Rocco Speranza, Sidney, classe 1958, avrà, infatti, un ruolo fondamentale in tutta la storia e la sua vita avrà una piega completamente diversa da quella che colui che lo prende a vivere con sé sperava per lui. Il ragazzo, tendente al biondo e di rara bellezza, passerà da una timida devozione a Rocco nel segno della riconoscenza a un atteggiamento progressivamente spavaldo, anche se improntato a una solida fedeltà, più simile a quella di un affiliato di camorra che a un amico fraterno. Baldanzoso, allegro e impulsivo, Sidney si comporta spesso come un ragazzino, più che come un giovane adulto, cosa che, agli occhi di Rocco, sembrerà come il risultato di una sua personale sconfitta, di un fallimento nella rieducazione di un ragazzo il cui atteggiamento è soltanto frutto di un trauma psicologico e di un disorientamento di fondo. Nonostante l’esuberanza, Sidney, mostra, però, una particolare sensibilità, improntata anche di nostalgia. Inoltre, non è un ribelle, ma, anzi, è immerso pienamente nel suo tempo: segue le mode, ascolta la musica del momento e si costruisce una maschera che gli permetterà di trovarsi a pieno agio, all’ombra di Rocco. Nonostante si dimostri un ragazzo sostanzialmente fragile, saprà farsi valere, nell’aiutare il suo “capo” in un momento di estremo pericolo. Come nasce Sidney? Non nasce, prende vita da sé, non essendoci una vera motivazione sulla sua genesi.
La luce dentro vi aspetta!