
Classe 1984, anno che gli ha ispirato una sua canzone, Stefano Castelli, in arte Castelli, si racconta in questa intervista.
Ciao, tu sei stato il cantante del gruppo post punk Clone Culture, poi sei approdato alla tua carriera solista. Com’è avvenuto il passaggio e cosa ti porti dall’esperienza con la band?
Il passaggio è avvenuto in maniera molto naturale e soprattutto grazie alla pandemia, che ha forzatamente stoppato le attività della band e a Luca Urbani, amico, produttore e mentor, che mi ha convinto a scrivere in italiano e a iniziare il tutto partendo da dei miei provini fatti con Garage band. L’esperienza e l’attitudine “band” per me rimangono comunque fondamentali e anche questo progetto solista lo sto vivendo un po’ con le dinamiche da band. Con Luca e il nostro chitarrista Claudio ci confrontiamo, scherziamo e a volte facciamo delle prove, come una vera band appunto. Ho inoltre anche mantenuto il progetto Clone Culture che esiste ancora, dopo un periodo di pausa siamo tornati con una nuova formazione e abbiamo nuovi pezzi in cantiere!
Anni Venti è un disco dalle atmosfere che ricordano la new wave anni 80. Come mai sei molto legato a quelle sonorità?
Partendo dal punk rock, sono stato poi affascinato dalle sonorità post punk revival finite poi nel calderone “indie” degli inizi del 2000 (Interpol / Editors / Maximo park etc..), da lì in poi, andando indietro nel tempo, ho scoperto e amato tutto il post punk inglese, la new wave e il synth pop. Tutto questo percorso si ritrova molto nel mio album e nella mia scrittura, mi piace l’idea, nel mio piccolo, di contribuire a continuare a tenere in vita e perché no ad evolvere un certo tipo di sonorità legata al passato.

Nel 2021 hai duettato con Garbo nel pezzo 1984. Come ti sei trovato a collaborare con lui?
È stato tutto molto facile e veloce, il pezzo gli è piaciuto e tramite Luca Urbani abbiamo organizzato la cosa. Il mio pezzo parla del mio anno di nascita, il 1984, mentre io nascevo Renato in quell anno era al festival di Sanremo con Radioclima, mi sembrava il miglior modo per dare un ulteriore significato al pezzo. È stato un onore ospitare un gigante della new wave italiana in un mio brano.
Quali sono i tuoi artisti musicali preferiti?
Nella “nuova scena” potrei citarti Nuovo Testamento, Riki, Chromatics e Beach House. Degli storici New Order, i Cure, the Specials, gli Smiths, Depeche Mode, Tears for Fears, XTC e buona parte delle produzioni Italo Disco… sono troppi!
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