“Il ballo delle pazze”: l’orrore di non essere creduti

Partendo dal romanzo omonimo di Veronica Mas, vero caso letterario del 2019, Il ballo delle pazze raffigura un mondo così in fermento, quello della Belle Epoque, ma ancora tanto patriarcale

Eugène è una giovane donna di ottima famiglia, curiosa e attratta dalla cultura, tant’è che va al funerale di Victor Hugo. Quel Victor Hugo. Siamo nel 1885, agli albori della cosiddetta Belle Epoque (periodo talmente bello ed euforico, da far perdere i lumi della ragione, fino ad arrivare a una Guerra Mondiale). Adora suo fratello, che è quasi un suo amico, mentre suo padre, e non solo lui, è propenso a impedirle di essere libera come vorrebbe. Tutto questo suona familiare? Sì, è proprio patriarcato. Beh, da allora tante cose sono cambiate, ma mica poi così tanto, se pensiamo che in certi luoghi del mondo (anche in alcune realtà nostrane del Sud) alle donne è impedito tutto. Anche di vivere, a volte.

Insomma, la bella e vivace Eugène conduce una vita che piano piano si sceglie, solo che in lei c’è qualcosa di forte e terribile: comunica con i morti o, meglio, sono loro a comunicare con lei. Tutto questo, ovviamente non creduto dai suoi familiari, la porterà al manicomio, dove qualcuno, successivamente, le crederà.

Eugène non è pazza

Eugène non è pazza, non lo è per niente, è solo se stessa, ma, soprattutto, ha un potere speciale; quel potere così inquietante eppure così importante. Si farà conoscere dalle altre donne ricoverate e si farà amare, dato che infonde loro del coraggio nonché forza. Che poi quasi nessuna era malata di mente, ma, ai tempi, bastava poco per tacciare una donna di “isteria”. Per non parlare dei terribili esperimenti medici svolti sulle pazienti. Fortuna che la medicina ha fatto progressi, anche se non di pari passo con la dignità di tante donne, per i motivi di cui sopra.

E a fine film, c’è un ballo, organizzato per far incontrare “le pazze” con uomini del posto, che possono ballare liberamente con loro (e abusare anche di queste donne fragili o presunte tali). Ma non andrò oltre, per non far spoiler.

Perché vedere questo film?

Perché è un film senza buoni sentimenti né ricostruzioni storiche fini a se stesse o per giustificare melensaggini o trame pesanti. Per non parlare dell’ottima interpretazione degli attori (tutti!) e della bellissima colonna sonora. Ma, soprattutto, il punto di forza è una leggera venatura horror che caratterizza, seppur in punta di piedi, tutta la pellicola.

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