La strada presa: intervista a Fabio Cinti

Una carriera musicale ricca di collaborazioni e soddisfazioni. Fabio Cinti si racconta in questa breve

Ciao, Fabio! Inizio con due domande in una. La prima è: qual è stata la scintilla che ti ha fatto pensare, nella tua vita: “voglio fare musica!”? La seconda: cosa ti è rimasto dentro delle collaborazioni con Paolo Benvegnù e, soprattutto, con Morgan (per sette edizioni di XFactor)?

Non c’è stata una vera e propria scintilla, ma una serie di circostanze che mi hanno portato a capire che avrei potuto tentare. Rispetto soprattutto a come si intende in questi ultimi tempi fare il musicista o l’artista in generale, mi ha sempre affascinato di più la parte di costruzione rispetto a quella della promozione. Ho sempre sofferto molto la competizione che c’è per raggiungere fama e successo e forse la scintilla nasce proprio da quella volontà.

Morgan e Benvegnù sono estremamente diversi, e anche l’amicizia è nata su basi diverse. Dal primo ho imparato soprattutto ad avere più coraggio, dal secondo ad avere più rispetto. 

Il tuo singolo, La strada che non presi, è una libera traduzione del poema “The road not taken” di Robert Frost. Come mai questa scelta?

È un testo che torna, di tanto in tanto, nella mia vita, carico di significati. Mi è sembrato il momento per fissarlo in qualche modo.

Nel 2018 hai fatto una cosa bellissima: La voce del padrone, un adattamento gentile, un riadattamento del grande disco del compianto maestro Franco Battiato. Ti va di parlare di questa esperienza?

Dopo un lungo album di inediti (Forze elastiche) ero un po’ stanco e disilluso, così ho cercato un po’ di conforto giocando con un album che ha segnato la mia infanzia (e quella di molti). L’idea era quella di poterlo ascoltare nella sua natura più classica, togliendo le sonorità degli anni ‘80 e mantenendo intatte tutte le melodie e le armonie, assegnando a ognuna di esse un timbro del quartetto d’archi, del pianoforte e della voce. 

In un primo momento, non avevo intenzione di pubblicarlo, perché era davvero rischioso: stavo toccando un’opera conosciutissima e intoccabile. Alla fine, però, forse per via di un rispetto estremo e di una conoscenza approfondita dell’opera, anche da un punto di vista emotivo, è andata bene…

Quali sono i tuoi artisti musicali preferiti?

Sono tanti, non tantissimi. Generalmente quelli che non hanno bisogno, in ogni secondo delle loro opere, di rimarcare la loro personalità. È una malattia di questa epoca, a volte mi pare si scrivano canzoni più per solipsismo che per urgenze artistiche. 

Link per conoscere meglio Fabio Cinti

Sito web: https://www.fabiocinti.it

Spotify: https://open.spotify.com/artist/3WE0dppk9lnyuUrrs1TKPj

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