
Di base a Bologna, i Float Music sono Anna Tagliabue e Stefano Maimone, un duo che affonda le radici nel jazz, ma anche nel folk. A raccontar di loro, in questa intervista, c’è Anna
Ciao! Come band, anzi, come duo, siete nati nel 2018, ma…mi piacerebbe conoscere un po’ il vostro passato pre-Float Music.
Ciao a tutt*! Prima di essere Float Music ci siamo conosciuti in conservatorio mentre studiavamo musica Jazz. Entrambi suonavamo già in diversi contesti, cosa che tutt’ora facciamo, ed eravamo già piuttosto proiettati all’interno del mondo della musica. In particolare Stefano aveva già all’attivo un‘album con un suo progetto di musica jazz originale. Tutt’ora ha altri progetti con cui sta incidendo altri album sempre di musica jazz con composizioni originali. Io invece suonavo in diversi contesti. All’attivo avevo soprattutto un progetto di musica folk/country con un quartetto femminile di strumenti a corda.
Il vostro album Clouds & Butterflies colpisce per la varietà di sonorità e suggestioni, che spaziano dal folk acustico al jazz e al dub. Ma, alla fine, dar etichette serve poco. E, allora, raccontate la genesi di questo disco e cosa vi ha ispirati.
Per questo primo album non ci siamo messi a tavolino a decidere cosa volevamo fare. Suonando entrambi già da tempo e suonando diversi generi abbiamo voluto vedere cosa potesse nascere. I brani sono molto personali e raccontano di noi, delle nostre vite, di cosa ci accade e di cosa proviamo. Questo lo potremmo definire il filo conduttore di questo album e di questo progetto. E’ stato anche per noi un viaggio alla scoperta di un suono e di un’identità che sentiamo ancora in costruzione.

Il video di Thinking Out Loud, così come il brano omonimo, mi ha fatto tornare alla mente la felice parentesi delle atmosfere del pop rock indipendente italiano della seconda metà degli anni 90/inizio anni 2000. A voi piaceva?
Noi siamo assolutamente dei nostalgici, o almeno io in particolare, quindi ci fa molto piacere sentircelo dire. Ci siamo un po’ sorpresi anche noi di certe sonorità che sono uscite durante la registrazione del disco. Essendo nati e cresciuti in quel periodo sicuramente qualcosa è stato assorbito in maniera più o meno consapevole. Io ammetto di essere legata soprattutto alla musica anglofona di quegli anni, Stefano invece conosce un po’ di più l’ambiente italiano.
Quali sono i vostri artisti musicali preferiti?
Sono davvero tantissimi e tantissime. Ci piacciono molto quei/quelle musicisti/e che non sono stilisticamente etichettabili in maniera precisa. Quelli/e che nel dire la propria verità trovano il loro stile e che sono riconoscibili sin dalla prima nota. Ad esempio ci vengono in mente: Joni Mitchell, Crosby Still Nash and Young, Radiohead, Billye Holiday, Charles Mingus… ma ce ne sono davvero tantissimi e tantissime altri/e.
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