
Cantautore siciliano, classe 1987, Roberto Rajmondi ama i suoni di ogni parte del mondo, ma anche quelli che lo hanno formato nel corso della sua vita. In questa intervista si parla di lui, della sua musica e della sensibilità alle tematiche ambientali.
Ciao, Roberto, ecco la prima domanda: com’è nata la tua voglia di fare musica?
In casa mia la musica ha sempre avuto una grandissima influenza sulla mia quotidianità, la mia famiglia è formata da musicisti e cantanti ed è un dono che ormai ci tramandiamo da generazioni. Fin da piccolo, ho sempre avuto a che fare con la musica, ho iniziato col gruppo folkloristico di mio padre, poi le prime band e le prime cover e, successivamente, nel periodo dell’adolescenza, conobbi Alberto Francesco Culotta, con cui iniziai a scrivere canzoni. Negli anni ho sempre avuto il desiderio di raccontare in musica. E con le difficoltà che stiamo quotidianamente vivendo quel desiderio si fa sempre più forte.
Dopo tre album, Profumo (2008), Senza Limiti (2016), e Cenere e Vino (2019), arriva Canto Notturno (di un papua errante del Pacifico), che è una canzone particolare, in quanto tratta la tematica dell’assuefazione all’inquinamento ambientale. Ci racconti com’è nata l’idea di questo
brano?
Volevamo realizzare un concept album che trattasse del rapporto tra l’Uomo e il suo ambiente e abbiamo fatto una lista di temi che potessero raccontarlo. Tra questi c’era la questione delle “isole di plastica”, del Great Pacific Garbage Patch: in una parte di mondo, lontana dai nostri occhi, si accumulano i rifiuti che produciamo e non riusciamo a smaltire o riciclare. Abbiamo scelto lo sguardo di qualcuno molto lontano da noi, un nativo delle isole del Pacifico del Sud, che si trova davanti alle conseguenze della nostra superficialità.

Canto Notturno (di un papua errante del Pacifico) supporta Plastic Free Odv Onlus, associazione di volontariato che ha l’obiettivo di informare e sensibilizzare la collettività sulla pericolosità della plastica. Com’è nata questa collaborazione?
Una canzone non cambia le cose. Ma può ispirarle, accompagnarle. E così ci siam detti: sarebbe bello che ogni canzone del nuovo album “sponsorizzasse” qualcuno che si dà da fare sulla strada per cambiare le cose. Come le ragazze e i ragazzi di Plastic Free.
Quali sono i tuoi artisti musicali preferiti?
Posso parlarti degli artisti che hanno influenzato la mia musica: i Queen sono stati la mia adolescenza. La complessità dei loro arrangiamenti, la musica operistica nel rock e poi l’imponente personalità di Freddie Mercury… insostituibile, la sua vocalità mi è sempre vibrata dentro. Ancora oggi mi emoziona tanto. Poi, sono arrivati De André, Fossati, De Gregori, (e un po’ tutto il cantautorato Italiano) e non per ultimo Bruce Springsteen. In genere credo di ritrovare molto di me stesso nel country, nel folk e nella ricerca musicale etnica. Amo i suoni che vengono dalle tradizioni, ma allo stesso tempo amo mescolarli ai suoni delle orchestre. In Canto Notturno e anche negli altri brani che usciranno nei prossimi mesi c’è una mescolanza di tutti questi miei amori. Ho amato comporre, musicare e arrangiare ognuno dei brani che usciranno e li sento perfetti per la stagione della mia vita che sto vivendo. Non vedo l’ora di proporre tutto il progetto al completo.
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