
Martina Saladino, classe 1995, genovese, racconta l’amore e la sua presa di coscienza attraverso un sound elettronico e potente. E lo fa anche in questa intervista
Ciao, Martina, innanzi tutto, sono curiosa di conoscere il tuo periodo newyorkese, per te molto
importante. Ti va di parlarne?
Ciao Francesca, il mio periodo newyorkese è stato decisamente quello che più ha delineato il mio modo di essere e anche di scrivere musica, non a caso cerco di portare le fascinazioni musicali d’oltreoceano nelle mie canzoni. A New York ho studiato, ho suonato per strada, ho girato da sola pressoché ovunque e ho fatto esperienze di vita incredibili. Una delle serate più incredibili della mia vita è stata proprio a Times Square dopo uno spettacolo a Broadway, a testa in su a fissare le luci della città fino alla mattina.
Il tuo singolo Ciclope, pur rimanendo di stampo elettronico, come il frizzante Fiesta, va oltre, sperimentando ulteriormente e arrivando ad atmosfere sonore più “mature” e con un testo piuttosto visionario. Cosa ti ha ispirato la nascita di questo brano? Ma, soprattutto, credi abbia spianato la via al sound dei tuoi prossimi lavori?
A volte, l’amore come un Ciclope ci fa vedere a metà oppure ci fa vedere molto bene, ma solo da un punto di vista (dipende come vogliamo immaginare la vista dei Ciclopi). Racconto, così, la presa di coscienza di un amore sbagliato, che è nata con l’intento di racchiudere una serie di avvenimenti passati, che io e i miei amici abbiamo in comune sul fronte amoroso.
Questo brano ha sicuramente spianato la via al mio nuovo sound, sono in un momento nel quale quello che scrivo e come lo rappresento è esattamente quello che da tempo volevo essere in grado di fare. Da qui in avanti ascolterete brani con sfumature differenti ma tutti simili nell’essere una fusione tra il super pop, testi complessi, ironia ed immagini visionarie.

Dopo il tuo “Metropolis in my head” (2018), disco che ha il sapore urbano e romantico al contempo, hai scelto di cantare in italiano. Come mai, dato che, molti, fanno il contrario per avere un pubblico più internazionale?
Ho semplicemente ascoltato quello che mi sentivo di fare, senza pensare a strategie o alle mode, fregandomene se il cambiamento poteva sembrare drastico. É iniziato tutto durante la prima quarantena, sentivo il bisogno di cambiare molti aspetti della mia vita, tra i quali ovviamente anche la direzione musicale, così ho cominciato a scrivere testi in italiano per gioco, fino a che non mi sono resa conto che quello che stava succedendo mi rappresentava completamente. Da lì a poco , appunto, decido di far uscire il primo brano in italiano.
Quali sono i tuoi artisti musicali preferiti?
Adoro il super pop internazionale: Lady Gaga, Dua Lipa, Benee, Florence Welch.
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