
Ha una voce soul e un passato musicale interessante, specie per le sue sperimentazioni in collettivo. Poi è arrivata la carriera da solista. Ci racconta tutto in questa intervista. Buona lettura!
Ciao, Massimo! Nel tuo percorso musicale ci sono esperienze hip hop con gli Smania Uagliuns, poi la collaborazione jazz con Claudia Cantisani (è tua sorella?), la partecipazione a The Voice of Italy e un altro progetto hip hop come La Base. Inoltre, non si contano le molteplici partecipazioni a festival e premiazioni. Cosa tiè rimasto di queste tue esperienze, che ti hanno successivamente portato a compiere il passo da solista?
Ciao Francesca! Sì, Claudia Cantisani è mia sorella, mia amica, mia insegnante di canto, un punto di riferimento importante. Tutte queste esperienze da te elencate ti formano; è la vita che scorre. Si diventa più saggi, più sicuri di ciò che si vale ed ogni occasione, dalla tv al piccolo club, ti permette di percepire come la tua musica viene accolta. Il brano ha inizio e, in quella manciata di minuti, un groviglio di emozioni ci permette (o meno) di entrare in connessione con gli astanti. La voglia di scrivere qualcosa di mio è arrivata col tempo, ho sempre vissuto la scrittura di brani come una faccenda molto personale e poco spontanea; spesso mi è stato fatto notare quanto la mia musica risultasse un esercizio di stile. Poi ho capito quanto fosse necessario avere un’urgenza, qualcosa da dire e da condividere ed è proprio grazie a questo mio bisogno se il mio primo lavoro da solista è finalmente sbocciato.
C’è un’altra interessante esperienza, nel tuo passato: il collettivo di artisti Hell on Musk. Mi piacerebbe che me ne parlassi un po’.
Sì, un passato recente. Hell on Mask è un posto felice, dove l’imponderabile diventa realtà. Una combriccola di amici, rapper, scrittori e musicisti, convinti che i generi musicali e le forme d’arte possano convivere anche lì dove non sembrerebbe possibile. Questa recente e simpatica esperienza del lockdown ci ha ispirati alla realizzazione di DECAMEROOM. È un progetto transmediale che vuole, tra rap, arte e letteratura, far vivere un Decameroom di impostazione boccaccesca con 10 storie, ambientate in 10 epoche differenti, raccontate attraverso altrettante release discografiche, grafiche e racconti. Con ospiti come Monaci del Surf, Arcade Boyz e Chiarastella Sorrentino, il progetto, premiato anche dal successo di una campagna su Kickstarter, è stato pubblicato per INRI e Artist First.
Veniamo a D’amore e altre scuse, il tuo esordio solista. Le atmosfere dei brani e le
sonorità soul rendono il disco un piacevole viaggio soffuso e intimo nella tua
vocalità. Mi racconti la genesi di questo tuo lavoro?
D’amore e altre scuse è un lavoro che nasce dal bisogno di raccontare e raccontarsi. Dopo alcuni anni passati a scrivere per altri progetti, sentivo fosse giunto il momento di condividere con gli altri e svelarsi. Uscire con un disco, il primo, è una responsabilità diversa, è un piccolo pezzo della tua umanità, un segreto che vuoi far conoscere agli altri; mi piacerebbe trasmettere un “sentire comune” con chi decide di mettere play sul mio disco. L’EP svela il mio amore per un certo tipo di cantautorato, insieme a una passione viscerale per la black culture, questo macro mondo che da sempre mi ispira. Grande attenzione è stata dedicata alla fase di produzione in studio, a questo proposito, un grazie a Benjamin Ventura, Alessandro Donadei e Francesco Fioravanti, i quali hanno vestito i brani di un “manto sonoro” tondo e super fresh.

Quali sono i tuoi artisti musicali preferiti?
Ne dimenticherò alcuni, ne sono sicuro: Marvin Gaye, Al Jarreau, Al Green, Bob Marley, Erykah Badu, Mac Miller, Anderson Paak, Bruno Mars. Li ho scritti di getto, ma credo siano sufficienti nel definire il mio background!
Link per conoscere meglio Massimo Cantisani
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