
Attivo fin dall’inizio degli anni ’90 e anche socialmente impegnato, è passato dal rock a un cantautorato più intimo e, a differenza di tanti suoi coetanei, non disdegna la musica del presente. Intervista a Pierpaolo Lauriola
Ciao, Pierpaolo, parlaci di te, sintetizzando la tua esperienza, dato che
hai alle spalle tanti anni come musicista e interprete. La tua carriera,
infatti, inizia nel 1992.
Ho iniziato a studiare musica a tredici anni, prendendo lezioni di chitarra. Attraverso la musica ho conosciuto tante realtà stimolanti. Apprendo da quello che osservo e traduco il tutto in canzoni. Faccio pre-produzione per molto tempo prima di cominciare a registrare un disco. Prendo dei piccoli appunti. Leggo libri adatti ai temi che penso di affrontare, ascolto tanta musica e quando è il momento di registrare faccio anche moltissimi schemi, sebbene poi non li rispetti. La loro funzione è quella di farmi pensare, di farmi vagliare delle ipotesi alternative. Tutto questo però tende a incasellare più le premesse che le promesse. Alla fine il risultato è un miscuglio di spontaneità e urgenza creativa.
Hai all’attivo tre dischi solisti e l’ultimo, Canzoni scritte sui muri,
sembra essere un punto fermo nella tua carriera, con un’impronta
cantautoriale molto intima e un suono più “pacato”, rispetto al rock
spolverato e psichedelico di L’Ego(2012) e quello più sanguigno di
Polvere(2015). Ho ragione?
Si hai ragione. In Canzoni Scritte Sui Muri interagiscono tra loro gli ascolti della canzone d’autore italiana classica e le suggestioni dei suoni più recenti. Questa narrazione si è fatta strada giorno per giorno prendendosi il suo spazio e diventando funzionale a quello che volevo raccontare.

Tu sei pugliese, di Manfredonia, ma dopo il DAMS a Bologna, ti sei
trasferito da tempo a Milano, dove vivi tuttora. Che legami senti con la
tua terra d’origine e cosa ti è rimasto di Bologna? A Milano ci vivi bene o
è, come per tanti, quello con la città meneghina è un legame puramente
lavorativo?
Sul Gargano torno sempre volentieri. Per me è importante frequentare il territorio e poter respirare le mie origini ogni volta che ne sento il bisogno. Sono legato in particolare all’anima agricola che è la portante sul Tavoliere delle Puglie, alle montagne della Foresta Umbra e al mare del golfo, che riesce sempre a regalarmi una vista poetica sul futuro.
Siamo della stessa generazione, quella cosiddetta X (tu hai 5 anni più di
me), volevo capire quale musica del passato ti piace di più (abbiamo
vissuto epoche di grande musica) e cosa ti stuzzica la curiosità della musica attuale (spero ti piaccia qualcosa, dato che i nostri coetanei
spesso storcono il muso verso il contemporaneo)
Sono cresciuto con il rock, il blues e i cantautori. La mia curiosità mi ha portato ad ascoltare anche musica classica e jazz negli anni della mia formazione. Sì, a me piace la musica attuale. Le nuove scene nascono principalmente nelle camerette e Internet è diventato il veicolo principale della musica mondiale. Credo che il futuro ci riserverà molte sorprese interessanti.
Tu sei impegnato anche socialmente, avendo partecipato a diverse
iniziative umanitarie. Ce ne parli?
Il volontariato è un’attività di aiuto che chiunque, da solo o in associazioni, può decidere di fare. Si tratta di mettere le proprie capacità, anche le più semplici, a disposizione di chi ne ha bisogno. Nel
mio caso la musica ha fatto da collante e connessione tra le persone. In questo senso, l’impegno sociale si fonda sul principio della solidarietà e può essere rivolto a tutti coloro che hanno bisogno di aiuto. Nel mio caso specifico, ho avuto la fortuna di conoscere e partecipare a progetti interessanti che mi hanno portato dal quartiere dove abito a Milano, perché principalmente penso sia importante partire con l’aiuto di chi hai vicino, vedi il progetto a supporto del Carcere Beccaria, all’Africa, per la costruzione di asilo in Senegal e al supporto in Mozambico o alla difesa
dei diritti umani con Amnesty International.
Link per conoscere meglio la musica di Pierpaolo Lauriola
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