
Nel 2020, 35 anni anni dopo quel 13 luglio 1985, in tanti parlano del LIVE AID e di cosa fu. Si straparla e si strascrive. Quindi, anche un blog strascritto e strainutile come questo può parlarne. Però mi era venuto in mente di farlo con due pensieri: come ho vissuto quel giorno e come penso a quel giorno dopo 35 anni. E allora andiamo…
13 Luglio 1985
Avevo 5 anni, quella del 1985 si stava rivelando una delle estati più belle della mia vita e già lo stavo percependo. Mai come quell’anno sentivo di trovarmi in un periodo speciale, quella metà degli anni 80 che poi mi è rimasta dentro per sempre(e che, per certi versi, è stata la mia dannazione, perché tuttora influenza la mia vita). Vivevo un periodo che sapevo già avrei rimpianto. Una sensazione stranissima.
Che cosa facevo quel 13 luglio del 1985? Ebbene, sì, lo ricordo come ora: guardavo il Live Aid in tv, per quasi una giornata intera. A casa lo guardammo tutti e tre (mia madre, mio padre ed io), ma chi è rimasto più incollato davanti alla tv fui proprio io, ad assistere a un evento epocale, storico, da non dimenticare. Ricordo che ne parlavamo, dicendo che ci stavamo trovando davanti a una giornata indimenticabile. Non ricordo esattamente la scaletta di quei momenti(sarebbe assurdo) e tutti i cantanti e i gruppi, ma, se dico che ho guardato l’evento fin dal pomeriggio, è facile fare dei calcoli. Tanta musica davanti ai miei occhi, tanta tanta roba e vedere quel palco e quel roboante pubblico mi gasava tanto. Avevo 5 anni e quando si è bambini le emozioni si amplificano. Poi era bello canticchiare appresso le varie canzoni.
20 anni dopo, nel 2005, ci fu una pallida riproposizione di quell’evento, ma a 25 anni si può avere la stessa emozione? Ho usato il termine “pallido” per definire quell’evento. Quindi non vado oltre.
13 Luglio 2020
Tralasciando il fatto che il mondo stia vivendo uno dei momenti più tristi dal 1945 (la pandemia di covid 19) e che il mio umore di sottofondo sia discretamente sotto i piedi, dopo 35 anni la mia percezione del Live Aid rimane sempre quella di me bambina, ma con un retrogusto amaro, amarissimo. Vorrei essere sintetica e non entrare nel merito degli intenti dell’evento e di come Bob Geldof lo abbia organizzato, ma, se tolgo il lato musicale del Live Aid, mi rimane un senso di fallimento di quella manifestazione di portata mondiale. Un mondiale flop ideologico. Gridare al mondo intero che si è troppo ricchi da dover aiutare un continente, l’Africa, suona come qualcosa di distorto e falso.
Vero è che si stava meglio, negli anni 80 o, per lo meno, era quella la percezione del vivere, ma era davvero così? Nella Gran Bretagna la Thatcher affamava i minatori, in USA Reagan illudeva la gente con il suo becero patriottismo(ma le diseguaglianze e il degrado erano presenti lo stesso) e da noi i socialisti di Craxi ci avevano portati a un debito pubblico senza precedenti. Giusto per fare qualche esempio.
Però l’idea di far beneficenza con l’Africa era come lavare una coscienza talmente lurida da non permetterci di riuscire nell’intento; almeno fino in fondo. La nostra coscienza di Paesi apparentemente ricchi non doveva esaurirsi. Non paghi, infatti, del Live Aid e della precedente bruttissima canzone Do they know it’s Christmas?, arrivò poi la risposta americana al progetto di Geldof: USA for AFRICA con We are the world, altro brano -paraculo- che vedeva coinvolti diversi cantanti a band.
Lavarsi la coscienza con l’Africa non serve a nulla, perché l’Africa sta male come prima e, anzi, agli africani abbiano dato l’impressione sbagliata: quella di essere l’Eden, solo che ora che arrivano in Europa e che in USA chiedono finalmente di avere i diritti rispettati(vedasi il post-uccisione di George Floyd), ora non li vogliamo e non li ascoltiamo. Anche perché non possiamo garantire tutto ‘sto popò di bella vita. Mi dispiace per l’Africa, ma non so come dirlo nel “politicamente corretto” tanto di moda oggi.
Ecco, il Live Aid mi ha fatto arrivare a questo e chiedo scusa se a quel mitico ricordo si aggiunge una strana amarezza. Allora pensiamo alla musica ed ecco un estratto del Live Aid del 1985, con la parte degli U2