Quando sono iniziati gli ultimi cinque decenni?

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Questo sarà un articolo stranissimo, di quelli che possono mettere d’accordo tutti oppure fare esattamente l’opposto. Si tratta di questo: quando sono iniziati gli ultimi cinque decenni?

Pensavo a ciò in considerazione agli ultimi 50 anni e spesso, parlando con i miei familiari/amici/conoscenti/colleghi mi sono trovata a discutere dell’effettivo inizio dei decenni, arrivando ad affermare questo: non sono iniziati e finiti tutti allo stesso modo. Ciò considerando soprattutto il contesto culturale(artistico e musicale nella fattispecie) e un po’ quello politico. Prendo in considerazione soprattutto il contesto italiano. Sarò molto generica e forse troppo sintetica, al limite del banale, sicuramente.

Gli anni ’70

Quando sono iniziati gli anni ’70? Sono il decennio forse più lungo della seconda metà del ‘900 e sono iniziati sicuramente nel 1967: erano i primi vagiti del periodo della contestazione, la musica si evolveva verso sonorità più complesse(ad esempio, la psichedelia e il proliferare di band che hanno fatto seguito alla British Invasion), il look si avviava a cristallizzarsi su tipicità del decennio successivo(capelli più lunghi e pantaloni a zampa, per far un esempio banale), l’arredo si conformava a caratteristiche più estrose e meno tradizionali e, soprattutto, era finita l’ingenuità del boom economico. L’arte e il cinema risentono di queste atmosfere. Questa prima metà degli anni ’70, iniziata nel 1967, termina nel 1976, con l’arrivo del punk, delle radio libere, del Movimento del ’77, del piombo (sì, si era nel pieno degli Anni di Piombo, destinati a durare almeno fino all’inizio del decennio successivo), della disco music, di suoni elettronici e di atmosfere decisamente più cupe. Il look cambia e via i pantaloni a zampa(non sempre, ma spesso), i capelli troppo esagerati, i vestiti aderenti, il trucco pesante per passare a una maggiore sobrietà: capelli a caschetto o svolazzanti per donne, tagli in avanti o di lato per uomini, baffi folti al posto di barba, occhiali grandi e fumé da vista (specie per uomo). Questo periodo finisce nel 1982, quando terminano davvero gli anni ’70. La politica cambia e, almeno in Italia, compie dei passi diversi: arrivano i Socialisti.

Gli anni ’80

Quando sono iniziati gli anni 80? Circa alla fine del 1982, dopo la vittoria dell’Italia ai mondiali di calcio. Sconfitto quasi del tutto il terrorismo (presente fin dal 1969, dopo la strage di Piazza Fontana), vi è un nuovo contesto politico italiano, che guarda al mondo. Con la Guerra Fredda che mostrava segni di cedimento, ma che era ancora presente nella divisione USA vs URSS, si entra in un decennio di grande tensione di sottofondo, enorme debito pubblico, inquinamento alla stelle e tantissima violenza. In Italia proseguono guerre di mafia senza pietà. Però la vita quotidiana delle persone raggiunge picchi di benessere non indifferente. Sono anni spensierati e, specie per chi, come me, era bambino, si vivevano emozioni indescrivibili, soprattutto perché non ci mancava nulla, rispetto ai bambini delle generazioni precedenti. Gli anni ’80 finiscono nel 1991, quando gli ultimi strascichi di un periodo controverso e sfavillante sfociano negli anni ’90, un decennio brevissimo. Gli anni 80, però, si dividono in due blocchi: 1982-1985, con look simile e suoni musicali di grande sperimentazione (su tutti la new wave) e 1986-1990, quando i capelli diventano voluminosi al massimo e le spalline delle giacche pure, così come la musica vira sempre più verso suoni black e verso i primordi della house e techno. In politica i socialisti cedono il passo ai democristiani e muore il PCI.

Gli anni ’90

I veri anni ’90 sono durati 5 anni scarsi. Iniziati davvero nel 1992, con la presa di coscienza di quanto faccia schifo la mafia(è l’anno degli attentati a Falcone e Borsellino) e di come ci siano spiragli di luce in realtà difficili(inizia la rinascita napoletana, con Bassolino, destinata a rinnovarsi con le altre amministrazioni comunali), sono anni in cui il benessere sociale si ridimensiona. Prospera il grunge, in musica, ma soprattutto la dance europea, arrivano le boy band e si rinnovano a nuova vita band storiche, come REM o U2, mentre si eclissa il suono anni ’80, quasi rinnegato. In tv prospera della satira intelligente e il cinema vive alti e bassi(più bassi che alti). Nei film fanno tutti sesso come matti. Gli anni ’90 sono il decennio che vuole negare quello precedente, ma ne è figlio diretto: il look ancora risente della fine degli anni ’80, anche se è più sobrio. Le ragazze vanno di frangetta, vestiti larghi, costumi da bagno interi e capelli di vari colori, i ragazzi con tagli lunghi femminili o doppio taglio, ma i Duemila arrivarono in fretta.

Anni 2000

Iniziano nel 1998, quando i cellulari si diffondono, la musica riscopre il vintage e risorgono band che si credevano morte. Sono tantissimi i giornali cartacei e le fanzine per tutti i gusti. La dance diventa più pop, regge ancora in classifica, ma inizia a perdere colpi, specie quella made in Italy, che ha spadroneggiato a metà anni ’90. La politica cede il passo piano piano a una sinistra più “morbida” e contraddittoria(ma ci porterà nell’Euro) e al berlusconismo più sfacciato: inizia una vera crisi del costume, sempre più votato al trash e alle taglie slim. Il sogno delle ragazzine è diventare Veline, mentre la gente sogna di partecipare a un reality show di basso livello. Con il 2002 si entra in una fase davvero boccheggiante per la cultura italiana(e non solo) tutta, con musica brutta, tette e culi ovunque. Come contraltare arriva una nuova contestazione, iniziata attorno al 2008. Berlusconi va con le minorenni e l’Italia si indigna, mentre il mondo intero ci prende in giro. Si fa strada la voglia di una scena alternativa: arrivano hipster, maggior coscienza eco-sostenibile, musica indie e si viaggia in aereo come se si prendesse un bus. Gli anni 2000 terminano nel 2012.

Anni Duemiladieci

Iniziati nel 2013, con la fine del berlusconismo e l’arrivo di nuove forze politiche in ascesa (il Movimento 5 stelle, ma anche giovani politici come Renzi, Salvini e Meloni e una estrema sinistra sempre più scollata dalla realtà, così come una destra di pancia che fa paura). Nuovi strumenti tecnologici, come i social o le piattaforme digitale per musica (Spotify, ad esempio) o per streaming (Netflix, Amazon Prime Video, Infinity, Raiplay, Now tv, ecc), così la grande fruizione digitale anche nell’arte consegnano non una cultura dominante, ma personalizzata per ogni individuo, che spesso si sente spaesato. Vi è sperimentazione, ma, essendo alla portata di tutti e rimane spesso sommersa e la qualità vera fatica ad emergere. Il mainstream musicale e televisivo, quindi, sembra cambiato poco rispetto a prima, proprio perché si ignora una qualità sommersa, ma programmi sugli chef e sull’arredo o viaggi alzano un po’ il livello della fruizione televisiva. Vi è, inoltre, maggiore consapevolezza del nutrirsi meglio e della voglia di riscoprire una vita meno frenetica. La globalizzazione ha, però, lati oscuri, come il terrorismo islamico oppure il cancro delle fake news, oltre alla fase “moderna” di una certa analfabetizzazione, fatta di complottisti e di chi nega addirittura che la Terra sia sferica. Gli anni Duemiladieci finiscono con l’arrivo del terribile Coronavirus Covid 19, nel 2020, una pandemia che mette in ginocchio il mondo.

Siete d’accordo con me?

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