Un pezzo d’infanzia e di adolescenza della mia generazione ci ha lasciati. Da tempo assente dalle grandi scene del pop, a causa di un lungo male incurabile, Marie Fredriksson è morta, a 61 anni. Insieme a Per Gessle, è stata motore di emozioni e adrenalina(a volte contemporaneamente) con le canzoni dei Roxette, duo che ha avuto un bel posto di rilievo dalla seconda metà degli anni ’80 fino ai primi anni 2000.
Chi di noi non si è divertito canticchiando quel “nananananana, nanananana, she’s got the look!” alla fine degli anni ’80? Era come un riflesso incondizionato, una carica di energia che ti arrivava inconsapevolmente. Idem accadeva con Dangerous, Listen to your heart, fino ad arrivare alla svolta più emozionale negli anni ’90, introdotta da It must have been love, canzone che non smette di stancare e che le radio trasmettono come se fosse appena uscita. Ma i Roxette non si erano mai “ammorbiditi”, grazie a pezzi grintosi come Joyride, How do you do e Sleeping in my car. Come dimenticare, poi, le struggenti ballate Crash Boom Bang o You don’t understand me?
Potrei far un elenco dei tanti brani che i Roxette ci hanno lasciato in eredità. A tanti di noi piacevano, anche se spesso di loro ci si è dimenticati o, meglio, si è dimenticato quello che hanno suscitato con le loro canzoni. Emozioni, emozioni e ancora emozioni. Eppure loro sono stati di tutti, anche se soprattutto nostri, di noi 30/40enni, che siamo venuti su con un po’ del loro pop.
Riposa in pace, Marie.