
Sì, questa non è proprio una recensione della stagione 5 di Black Mirror. Forse è una critica e basta. In rete ce ne saranno centinaia, di recensioni, e tenderanno ad aumentare, perciò vorrei concentrarmi su altro. Le stagioni della nota serie tv di ideazione britannica le ho viste tutte e, dopo le prime due, la loro qualità è progressivamente scemata, fino ad arrivare a questa stagione 5, che di distopico ha davvero ben poco. Infatti, ciò che domina in questi (soli) tre episodi è un politicamente corretto misto a becero moralismo ,che vorrebbe somigliare all’ormai arcinoto monito “attenti alla tecnologia”, ma che è solo quello che ho appena detto.
Il primo episodio, Striking Vipers, poi, sembra proprio tradurre alla lettera il politicamente corretto, a partire dalla scelta dei protagonisti: tutti di colore, borghesi e fighi, quasi come voler rinnegare (ma solo di facciata) decenni e decenni di razzismo, , quando i personaggi neri erano dipinti come stupidi, delinquenti, emarginati, che fanno lavori pessimi(o i poliziotti) e vivono nel ghetto. Altro politicamente corretto è l’ormai sdoganamento degli sdoganamenti, ovvero inserire tematiche omosessuali, come se non se ne facesse già da tempo. Al contempo, è sempre un voler giustificare quel buonismo di facciata per non sentirsi dire che la società mondiale è ancora fortemente omofoba, dato che l’omosessualità dovrebbe essere una cosa normale come dire che si preferisce l’acqua o la birra oppure l’aranciata.
Moralista e politicamente corretto, oltre che inutile, il secondo episodio, Smithereens, in cui il protagonista fa un casino e rischia di far morire un povero ragazzo solo per dire alla nazione intera che guardare le notifiche dei social mentre si guida è pericoloso. Ah, davvero, non lo sapevamo?
Il terzo episodio, Rachel, Jack and Ashely too, è un pelino più interessante, con la denuncia verso le case discografiche, attaccate al denaro, e verso gli ologrammi, con protagonista la cantante Miley Cyrus. Inquietante la bamboletta robot, ma non faccio spoiler. Comunque: case discografiche attaccate al soldo, ologrammi…ma non ci aveva pensato già la magnifica serie animata della mia infanzia, Jem e le Holograms, a parlare di tutto ciò? Sì, ma anche in questo episodio si scade in un certo moralismo.
Sempre peggio. Basta stagioni di Black Mirror, almeno finché non si abbiano idee nuove. Non se ne hanno perché stiamo vivendo, forse, quel futuro che non vorremmo? Allora, appunto, occorrono idee. Altrimenti, stop e si passa ad altro.