
Una band perugina di folk rock e la voce e chitarra Simone Piccini che si racconta in questa breve, ma ispiratissima e intensissima, intervista. Belle vibrazioni
Ciao! La prima domanda che mi viene in mente: come siete arrivati alla scelta del nome della band? Il termine “jacquerie” è sinonimo di sommossa popolare.
La Jacquerie è una necessità che viene dal basso. Grandine oltre la gravità. La Musica di stomaci rivoltati.
Parliamo di Il mare, il vostro disco, dalle atmosfere folk rock. Ci raccontate un po’ la genesi di questo disco e ciò che vi ha ispirato la sua realizzazione?
Il disco è il risultato di un processo fatto di prove. Chilometri, date, sorrisi, cene, dialetti, piedi che camminano e ballano, voci, letti, balconi e lune e soli. Io sono ispirato dalla vita. Che comunque è sempre meglio che spirato. Gli altri non lo so.

Voi siete perugini e volevo sapere che ne pensate della scena musicale della vostra zona
Ho la fortuna di vivere a tre metri da uno studio di registrazione molto frequentato. In campagna, tra lupi e monasteri, tra trattori e flebili respiri di bosco. E giri di basso che schiantano il silenzio o il rumore. Musica ovunque. Ho la fortuna di conoscere, cenare, bere, parlare, suonare con ottimi musicisti. Ma non frequento la scena musicale di Perugia. In realtà frequento poco anche me stesso. Comunque, un nome di un gruppo cazzuto mi viene in mente. Mizula. Grandi. E anche un altro. Fuzzo Raimi. Che vive sopra di me. Da ascoltare. Bella roba. Tanta bella roba.
Quali sono i vostri artisti musicali preferiti?
Sono troppi. Davvero. Se dovessi salvare un disco dalla bomba atomica direi Nevermind the Bollocks. Sex Pistols.
Link per conoscere meglio La Jacquerie
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Spotify: https://open.spotify.com/artist/7oviRE2fITFs9DQUzO8Vqy?si=a3AvoeICQIeKA21FqSXTLQ