
Tra hip che rimanda alla sua epoca migliore, funky e cantautorato pop e tanta passione per quello che fa: emozioni a ritmo di musica. Ecco l’intervista a Roccia
Ciao, Giuseppe! La prima domanda è semplice o, almeno, lo è in apparenza: raccontaci chi sei, da dove vieni e come è iniziato il tuo approccio alla musica (come vedi, è forse la domanda più complessa, perché hai carta bianca per parlare di te)
Ciao a tutti! Sono Giuseppe Roccia, in arte “Roccia” e vi parlo dalla provincia di Bergamo! Nella vita, faccio l’educatore presso l’Istituto di Riabilitazione “Angelo Custode” di Predore e ho un grande sogno nell’armadio, perché nel cassetto non ci stava più, chiamato Musica.
Il mio approccio alla musica è iniziato circa nel 2010, quando ho sentito l’esigenza di dover dire qualcosa; ho impiegato un po’ a capire il canale comunicativo ma poi ho scelto il rap, che, nel corso degli anni, ha subito qualche evoluzione, ma la matrice è rimasta sempre questa. Ho iniziato con le prime rima sparse qua e là, poi qualche mixtape su YouTube e, successivamente, il primo progetto in studio, fino ad arrivare al 30 Ottobre 2020 con Punto e a capo.
Il tuo ultimo disco, Punto e a Capo, colpisce per la commistione tra pop, elettronica, cantautorato rap e, soprattutto, del funky che dà una connotazione speciale al disco. Come mai questa scelta?
Direi che il termine “scelta” è proprio quello più adeguato! Mantenendo la matrice rap, come dicevo prima, ho proprio scelto, insieme al produttore David Zampini, di dare un sound piuttosto vario ai sette brani che compongono l’album; questo perché mi piacciono un sacco di cose, mi piacciono le commistioni e perché non amo essere inquadrato all’interno di un unico e solo genere musicale, anche se potrei essere facilmente associabile, ma adoro avere il mio stile ed essere riconosciuto, questo deve far la differenza, per ogni artista.

Mi sono studiata la tua musica, anche i tuoi lavori precedenti, e mi pare di avvertire una certa propensione per il rap italiano degli anni 90. Si tratta solo di una mia impressione oppure è un genere che ti piace davvero e segui? Altra cosa: mi racconti un po’ il progetto Canzoni dal divano, con Alchimista?
Hai colto perfettamente nel segno: è un genere che amo e seguo, sono nato con quello, prima da ascoltatore, successivamente da artista. Hai detto tutto tu, non aggiungo altro alla intro della tua domanda.
Canzoni dal Divano è un E.P. feat. Alchimista e con produzione di Stranisuoni che potete ascoltare su Spotify, Apple Music e in tutti gli altri digital stores. Il progetto grafico è a cura di Alessia Lanna. È un progetto nato sull’asse Bergamo-Genova, nato dalla stima reciproca tra artisti coltivata su Instagram e, soprattutto, nato durante il primo lockdown, rigorosamente a distanza, con l’intenzione di alleggerire il periodo storico per gli ascoltatori, al fine di donare leggerezza, ballando con i nostri brani. Tre brani dalle sonorità diverse tra loro (anche in questo caso) ma, come dicevo prima, con un’unica finalità, donare serenità e gioia grazie alla musica, la nostra musica. Gli streams sono stati soddisfacenti, molto soddisfacenti e infatti siamo già a lavoro per nuovi brani, ancora non sappiamo quando usciranno, ma arriveranno, statene certi.
Una domanda che faccio a tutti: quali sono i tuoi artisti musicali preferiti?
Io ho un unico amore e si chiama Marracash! Nonostante le tematiche da lui trattate nei brani siano molto diverse dalle mie, io sono totalmente immerso nelle sue canzoni, quando le ascolto. Adoro la sua scrittura, la sua attitudine alle strumentali, il suo modo di ragionare (per le interviste che ho letto e visto); insomma un artista a tutto tondo. Sogno un featuring con lui, non lo nego. Tra gli altri, hanno la mia stima Fabri Fibra, Coez, Carl Brave, Jovanotti e Alex Britti, tanto per citarne alcuni.
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