
Quando a una band piace esplorare diversi panorami musicali, tira fuori un disco poliedrico. Curiosi e amanti della sperimentazione, I Tordi sono una bella realtà tutta da scoprire, fatta di ragazzi che amano suonare e l’ironia. Per averne conferma, leggi questa intervista ad Adam (prima voce e tastiera)!
Ciao, ragazzi! Allora, parlatemi di voi: i nomi dei componenti della band, di dove siete, come è nato il vostro approccio alla musica e, soprattutto, spiegate perché vi chiamate “I tordi”
Ciao Francesca, noi siamo I Tordi, una band milanese emergente e attualmente siamo solo in tre, da poco orfani del bassista, ma, fortunatamente, siamo polistrumentisti e ci sappiamo arrangiare. Poi, nel 2020, abbiamo fatto un solo concerto quest’anno, causa pandemia… Siamo due ma anche 3 voci; insomma cantiamo tutti come nel prossimo singolo, Bambino Speciale, che uscirà presto con il videoclip. Io sono Adam, prima voce e tastiera, poi c’è Giovanni Zurlo, seconda voce e chitarrista e, infine, c’è Dave Casati, alla batteria.
Il nostro approccio alla musica risale davvero a tanti anni fa, quando Giovanni, che suona qualsiasi cosa da quando è nato, mi insegnò a suonare la batteria e, dopo tante mazzolate, imparai a tenere almeno i ritmi base in 4/4 e cominciammo a suonare le nostre prime cover, in particolare Karma Police dei Radiohead e Lucy in the Sky with Diamond dei Beatles. Così, abbiamo messo su la nostra prima cover band con altri nostri amici e da lì ne abbiamo fatta parecchia di strada, fino ad arrivare al 2018, quando, sempre io e Gio, cominciammo a scrivere pezzi nostri in italiano, cercando di miscelare tutti i nostri percorsi musicali precedenti e gusti personali.
Le nostre basi sono molto elettroniche a livello di sonorità, questo perché, prima di iniziare il progetto I Tordi, abbiamo suonato per qualche anno musica techno strumentale, fatta con strumenti dal vivo, e questa passione per l’elettronica ce la siamo portata dietro anche nei nostri pezzi.
Il nome nasce dalla nostra natura profondamente autoironica, la nostra musica è parecchio ironica e non potevamo trovare un nome più buffo di I Tordi. Inoltre, amiamo i gruppi che si chiamano con i nomi degli animali come i Beatles e i tordi, che sono una specie di uccelli, ci rappresentano al massimo perché sono piccoli, carini ma profondamente liberi, nel senso che non si fanno addomesticare, proprio come noi con la nostra musica a volte non molto convenzionale.

Pantamore, il vostro disco, ha davvero molte sfaccettature sonore: dall’elettronica (in Niente e Distorti) al rock(Non ci sto dentro), passando per le ballate(Diverso), al rock ed elettronica insieme (Noi siamo i tordi), alla ballata elettronica (Sapone, Leone o drago) fino a un certo synth pop (Scaduta). Un disco eterogeneo, appunto, eppure si sente un filo conduttore unico e non scontato. Ci parlate della genesi di questo disco? C’è qualcosa che vi ha ispirato nella sua produzione?
Pantamore, in realtà, è un disco rimasterizzato che nasce dalla fusione dei nostri due ep precedentemente pubblicati e poi ritirati: Amore Banale e Pantacollant e questa peculiarità si può intravedere dalla copertina del disco, per chi ci segue da qualche tempo. In questo disco, noi abbiamo voluto fare conoscere -a chi ci ci ascolta- chi siamo, quali sono le nostre radici e il nostro presente, i nostri percorsi musicali precedenti e i nostri gusti; proprio per questo motivo non abbiamo voluto fare un lavoro mono-genere, ma abbiamo sperimentato e fatto quasi un genere per ogni canzone, fregandocene delle regole discografiche e correndo il rischio che, così facendo, non costruissimo un identità di genere. Noi ce ne siamo fregati, perché l’obiettivo era farsi conoscere per quel che siamo, spaziando per tutti i nostri mondi, anche se a volte contraddittori come il punk e l’elettronica o i suoni trap e il pop.

Che ne pensate della scena musicale indipendente italiana attuale?
La scena “Indiependente” italiana in questi anni ha davvero rivoluzionato la musica di questo Paese, gli ha dato letteralmente una bella svecchiata e sono venuti fuori e continuano a venire fuori davvero tanti buoni artisti. Da una parte, questo è molto bello, ma dall’altra rende sempre più difficile emergere, perché siamo tanti, ma meglio così…viva la musica quando è espressione di sé!
Quali sono i vostri cantanti/band preferiti? Ve ne sono anche di epoche passate?
Noi, come detto, siamo cresciuti divorando dischi dei Beatles, Bob Dylan, Doors, Led Zeppelin, Deep Purple; insomma il meglio del meglio del secolo scorso, senza dimenticare Queen, Ramones, Nirvana e Radiohead, che erano anche i capisaldi dei nostri repertori. Crescendo, poi abbiamo cominciato ad ascoltare anche musica più recente senza ovviamente tralasciare i grandi cantautori italiani come Dalla, Battisti, Battiato etc. Dire un nome, quindi, non è semplice, ma se proprio dobbiamo scegliere, almeno io direi Beatles.
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