
Ciao, suppongo che il tuo nome d’arte, Rènico, sia l’anagramma di Enrico, il tuo vero nome. Come mai questa scelta particolare?
Il nome Rènico è nato a caso, giocando con il mio nome di battesimo. All’inizio, non avevo dato un
significato specifico alla scelta di questo anagramma, poi col tempo ho capito che la linea tra la mia vita privata e la mia musica era molto sottile e, quindi, la vicinanza tra i due nomi ha avuto un senso.
Ora parlaci di te, di com’è nata la tua scelta di intraprendere un percorso artistico musicale
Prima della pubblicazione dell’Ep Cinquecento per Discographia Clandestina, avevo pubblicato diversi singoli autoprodotti, un po’ per gioco e un po’ per necessità. Credo però di aver avuto consapevolezza di aver intrapreso un percorso solo durante la produzione in studio dell’EP. È stata un rivelazione in primis per me stesso.
Cinquecento è il tuo EP, con 5 tracce, tutte differenti tra loro, ma accomunate da una forte impronta cantautorale e con suoni che hanno una velata malinconia, pur essendo piuttosto grintosi. Ci racconti la genesi di queste canzoni e cosa ti ha ispirato di più nel comporle?
Cinquecento rappresenta il mio biglietto da visita, dentro ci sono molte delle diverse attitudini di
scrittura che mi sono familiari. In realtà, i brani sono lontani tra loro, sia come periodo di scrittura che come momenti della mia vita, però durante la produzione, grazie all’aiuto di Rafqu (lefrasiincompiutedielena) sono riuscito a trovare un fil rouge che accomunasse tutto il lavoro.
Nel brano Complanari mi ha colpito la frase: “Stanotte mi sembra che l’ILVA sia un grande presepe vivente”. Immagino tu sia di Taranto…Che legame senti con questa città?
Non sono di Taranto, vivo in provincia di Lecce e ho visto l’ILVA solo una volta nella mia vita. Durante quella prima e unica volta ho scritto (a mente) il motivetto di Complanari e una volta tornato a casa ho scritto il resto…ma è bello che si percepisca un legame con l’Ilva o, meglio, con la metafora che per me ha rappresentato in quell’istante.

Quali artisti di oggi ti piacciono di più e quali del passato, eventualmente?
Ascolto volentieri Dimartino, Iosonouncane, gli Zen, Bianconi…per citarne alcuni. Sono cresciuto con il soul e il rock, il primo artista di cui ho ascoltato un album è stato James Brown, poi
durante il liceo ho scoperto la scena cantautorale italiana e inglese e forse anche per questo mi sono avvicinato alla scrittura.
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