Il totocalcio muore, viva il totocalcio!

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Il Totocalcio muore. Del resto, tutto ciò che è umano ha un inizio e anche una fine.

Premesso ciò, entriamo nel nocciolo della questione. Ho letto questa notizia ed è come se una piccola parte di me si sia votata al sonno eterno. Non facciamola così drammatica, anche perché non seguo il calcio. No, ho appena affermato qualcosa di inesatto: non seguo il calcio dai primi anni ’90. Ecco, così va già meglio ed era mio dovere precisare.

Apprendere della morte del Totocalcio mi ha riportato alla mente il mio passato più remoto, ossia quello della mia infanzia, a quando mio padre mi diceva:

-Dai, falla anche tu una schedina-

-Io?-

-Sì, tu-

Non era nemmeno la metà degli anni ’80 e mio padre mi dettava le combinazioni delle squadre. 1, X, 2… un po’ tiravo a indovinare, un po’ cercavo di pronosticare. Poi ho iniziato a compilarle io le schedine e mio padre ogni tanto ne andava a giocare una mia, sperando potessimo fare l’agognato 13, che non arrivò mai.

Ai tempi il calcio lo seguivo abbastanza e, ancor prima che mi piacesse Zenga (e un pochino l’inter, poi ero stata milanista ai tempi di Sacchi, perché mi sembrava una squadra forte e “moderna”, senza sapere che era l’inizio della fine del calcio “sanguigno”),  seguivo la Juve, perché, oltre a essere la squadra preferita di mio padre, era quella in cui giocava Gaetano Scirea, una stella del calcio diventata, purtroppo, stella del Cielo. Sì, durante i Mondiali del 1982 io c’ero, altro che 2006. E Scirea c’era, nel mio cuore da allora.

Addio al Totocalcio, addio a un pezzo del costume italiano

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