Architetto della musica: intervista a Matteo Carmignani

Matteo Carmignani

Anni di esperienza nella musica, attraverso progetti sonori dalle diverse sfaccettature e vita vissuta in diversi luoghi, che lo hanno ispirato. Architetto di professione, musicista e scrittore, Matteo Carmignani si racconta in questa bella e profonda intervista

Dopo anni di carriera musicale con gli Alkimia (poi diventati Oronero) e il progetto Fishdump (nato durante il tuo periodo di soggiorno newyorchese), sei arrivato al tuo debutto solista con Le curve del buio. Parlaci di com’è nato questo album.

La musica ha sempre fatto parte della mia vita, lasciata la band mi sono reinventato in un progetto di musica ambient che ho portato avanti da solo tra Firenze e New York, poi, una volta tornato in Italia, ho passato anni aspettando che il bisogno di scrivere riaffiorasse e così è stato.

Le canzoni del disco le ho scritte quasi tutte insieme. È successo quasi all’improvviso, ho iniziato a scrivere parlando di me, di ricordi e memorie che mi tornavano in testa e di come mi stavo rapportando con loro. Momenti del mio vissuto e confronto col mio presente, è stato come se avessi sentito improvvisamente la necessità di raccontare ed esorcizzare un pezzo di vita rimasto sospeso e l’ho fatto attraverso la musica.

Il disco ha iniziato a prendere forma grazie alla collaborazione con Matteo Tassetto, un chitarrista che ho conosciuto in Veneto e poi grazie all’intenso lavoro fatto in studio con un guru della musica del nostro Paese, Fabrizio Simoncioni, “Simoncia” per i più, che ha fatto un lavoro superbo, producendo il disco attraverso una lettura mirata del mondo musicale dei brani, andando a valorizzarli e rendendoli la migliore immagine di se stessi.  Il disco è un percorso fatto di canzoni che si uniscono l’una con l’altra in un viaggio interiore fatto di memoria e di emozioni. Una sorta di introspezione accompagnata da un mondo sonoro fatto di intensità e passione.

Sono orgoglioso del risultato finale e del lavoro fatto insieme a musicisti eccezionali, come Fabrizio Morganti, Mauro Lallo, Matteo Tassetto, Simoncia, che ha anche suonato alle tastiere. Con loro anche gli altri che si sono uniti un po’ alla volta al progetto, come Giuseppe Scarpato, Lorenzo Capelli, Mario Mazzantini e Nicola Albano. Ascoltarlo mi fa sentire bene, felice di aver condiviso in musica un pezzo di vita e di aver fatto luce e spazio dentro.

La copertina del disco Le curve del buio(2020)

Il video di Il posto al sole colpisce per speciali suggestioni d’altri tempi: una vecchia Lancia, una cabina telefonica con disco girevole, una lettera scritta a mano…Ti manca un po’ il passato oppure è qualcosa che ti ispira solo per guardare al futuro?

Ho nostalgia degli anni ’80 e ’90, sono legato a quel momento storico e a come vivevo la mia vita allora. D’accordo con il regista Geremia Vinattieri, abbiamo pensato di raccontare il viaggio in solitaria di questa ragazza, interpretata dalla bravissima attrice Roberta Mattei, visualizzandolo in un periodo lontano dai riferimenti di questi anni. L’ambientazione in una location quasi lunare e gli oggetti del nostro passato sono serviti a rafforzare l’immagine, caratterizzando le azioni e i momenti. Per assurdo, se lo stesso video fosse stato ambientato oggi, in un contesto urbano e con oggetti del quotidiano tipo un cellulare, un messaggio di Whatsapp invece di una lettera scritta a mano e un’anonima macchina moderna, magari non avresti notato i dettagli che hai visto e la storia forse sarebbe scivolata via in maniere più leggera…

Il passato ha peso sul futuro quando gli conferisce valore, inteso come identità, ed offre spunti che suscitano emozioni.

Il tempo in cui viviamo oggi è troppo veloce e, forse, non ci consente l’opportunità di vivere in maniera intensa, tutto passa via e viene subito sostituito, lasciando poca traccia di sé e diventare un giorno memoria. Diciamo che il passato mi manca nella maniera in cui mi manca veder traccia del presente.

Il video di Il posto al sole

So che sei un architetto, lavoro che comporta grande creatività e precisione al contempo. Un equilibro di due aspetti apparentemente antitetici che si compenetrano, insomma. C’è qualcosa di questa bellissima professione che ha ispirato la tua musica, sia nel passato sia nel presente?

Faccio un lavoro anomalo rispetto alla comune idea della professione dell’architetto: mi occupo della costruzione di rivestimenti esterni e della gestione tecnico-commerciale e contrattualistica di questi componenti per l’architettura. L’architettura, l’arte e l’amore per il cinema, per la bellezza dell’immagine e per l’estetica in generale mi hanno sempre attratto, e hanno avuto un ruolo importante nella mia vita fin dagli anni del Liceo Artistico. Di sicuro, queste mie passioni hanno contribuito a definire le mie attenzioni musicali verso i dettagli e verso la cura dei particolari. Il disco è stato molto pensato, nei suoni, nelle parole, nelle immagini che poi suscitano, nella scelta dei suoni. I musicisti che hanno suonato nel disco hanno capito subito tutto questo ed è stata una metodologia di lavoro subito condivisa da tutti. La musica è frutto di un bilanciamento di ingredienti, così come lo è la cucina. L’attenzione, la cura, le scelte e i dettagli sono prerogative fondamentali di chi lavora per regalare emozioni, e questo vale per tutte quelle professioni che hanno a che fare con la condivisione di ciò che si crea, sia esso un quadro, un edificio, una ricetta o una canzone.

Sei anche scrittore, con all’attivo il romanzo Il momento di partire e la raccolta di poesie e pensieri “Le memorie della speme”. Stai pensando a un nuovo romanzo o raccolta o preferisci concentrarti sulla musica?

Non penso, o al momento diciamo che non l’ho messo tra le cose da fare. L’uscita del disco mi ha dato stimoli enormi e sto continuando a scrivere cose nuove per poter essere in grado di avere un live completo in futuro. Il romanzo Il momento di partire ho iniziato a scriverlo un po’ come il disco, avevo voglia di rivivere un periodo della mia vita al quale ero molto legato, e, pagina dopo pagina, è diventato un memoir che racconta un pezzo della mia vita a cavallo tra musica, lavoro e i miei anni a New York. È un racconto intenso, assolutamente autobiografico che è stato auto pubblicato grazie a mia moglie Roberta. Sono pagine fatte di tanta musica vissuta con la mia band e da solo, di amici e storie che ti restano addosso, è pieno di passione e di voglia di conoscere per conoscersi. Ci sono pezzi di vita a New York, di libertà, di lavoro e architettura, di scoperte e di incontri che ti segnano e che ti porti dentro per sempre. La musica accompagna la lettura grazie alla track list dei brani (che tra l’altro è su Spotify con il titolo del libro) che segue il protagonista nel racconto.

Le memorie della speme, invece, è un piccolo breviario goliardico di poesie in prosa che racconta situazioni surreali e grottesche.  È stato solo un gioco di scrittura che mi ha divertito tantissimo e che regalo agli amici.

Quali sono i tuoi artisti musicali preferiti?

Sono cresciuto con i cantautori italiani come Guccini, De André, De Gregori, Luigi Tenco, ma il primo a fulminarmi fu Franco Battiato e il suo La voce del padrone. Ho ascoltato tanto anche songwriters anglofoni come Neil Young, Bob Dylan, Nick Cave, mi piacevano John Denver, Lou Reed, John Lennon, Bruce Springsteen e i Beatles. Ho sempre avuto un debole per Jim Morrison, come cantante, come autore e come artista, per me era un alieno. Poi i miei gusti sono cambiati tanto, passando dai Led Zeppelin, Deep Purple, i Rolling Stones, i Pink Floyd al suono di Bristol dei Portishead, dei Massive Attack e poi Bjork, Beck, David Bowie, i Suede.  Ultimamente, ascolto spesso musica per pensare, e  le cose più frequenti che mi ritrovo ad ascoltare sono Bohren & Der Glub of Gore, i Cigarette After Sex, Low, M83, gli Archive, e poi anche Of monsters and men, Mogwai, e gli Apparat. Ho riscoperto Mazzy Star, i Turin Brakes, I’Am Kloot, gli Starsailor, Emma Ruth Rundle, Joy Wants Eternity, The Evpatoria Report, e tanta musica ambient come Brian Eno, Sigur Ròs.

Link per conoscere meglio Matteo Carmignani

Facebook: https://www.facebook.com/matteocarmignanimusic

Instagram: https://www.instagram.com/matteocarmignani/

Spotify: https://open.spotify.com/album/77JHFf7ldtdIh11Uy2NHI3?si=2z5yKfD2RHOIEepSgf9nmg

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