
Raffinata e con alle spalle dischi di livello molto alto, premi e riconoscimenti. Ma lei guarda avanti e ama sperimentare…La musica come passione e come vita. Ce la racconta Elena Sanchi in questa intervista
Elena Sanchi, romagnola, autrice, compositrice, cantante e con alle spalle una carriera fatta di due dischi, due premi importanti (Premio della Critica Alex Baroni e Targa Tengo per il tuo disco d’esordio) e numerosi concerti. Ecco, parlaci, invece della Elena che, anni fa, iniziava ad approcciarsi alla musica: come è nata la tua voglia di fare musica?
Ciao Francesca, è un piacere essere qui con voi!
Il mio incontro con la musica è avvenuto quando ero ancora piccola, mi ricordo bene che all’età di 4 anni pensavo di “voler diventare una cantante da grande!!” Mi piaceva molto ascoltare la musica con mio padre quando andavo a casa di mia nonna e adoravo cantare in cima alle scale del suo atrio, perché l’eco della mia voce assumeva un timbro magico che mi portava lontano con la fantasia. La voglia di fare musica, quindi, è nata presto, ma purtroppo la vita mi ha portata lontana dal sogno per 10 anni. E’ stato grazie alla nascita di mio figlio che ho deciso di tornare sui miei passi con determinazione e verità e di provare a vivere la musica fino in fondo. E così nel 2015 è uscito il primo disco Cuore migrante e nel 2018 Risveglio, che racconta proprio come l’esperienza della maternità mi abbia destata da un lungo sonno.
Hai all’attivo dei dischi, appunto, Cuore migrante e Risveglio, che hanno sonorità raffinate, che spaziano attraverso diverse atmosfere emotive e sonore e che sottolineano la potenza e sensualità della tua voce. Ma stai cambiando genere, con pezzi come Dimmi chi sei, dove, a farla da padrone, è l’elettronica. Come mai questa svolta?
Per me la musica è incontro, contaminazione, unione tra mondi diversi. A febbraio 2020 ho conosciuto il musicista e producer Alberto Melloni, poco prima del lock down. Durante la quarantena, gli ho inviato alcuni provini sui quali stavo lavorando e lui mi ha fatto ascoltare alcune proposte di arrangiamento. Rimasi da subito colpita del suo lavoro e del sapore che assumevano i panorami che avevo descritto: tutto avvenne quindi con molta naturalità. Come forse sai, non amo le etichette e la sperimentazione è un motivo di ricerca e crescita oltre che artistica anche personale.

Tu affermi di non amare le etichette e preferisci muoverti attraverso diversi generi musicali. Tutto questo, in effetti, si nota nel tuo sound e ti rende davvero interessante e unica. C’è, però, un genere che ami ascoltare particolarmente? E quali sono i tuoi artisti preferiti?
Più che i generi, amo gli artisti nei quali riconosco un’urgenza vera e autentica, “artisti necessari”: negli ultimi anni ho scoperto La rappresentante di lista, Motta, Dente, Brunori Sas, Gazzelle, Ilaria Graziano e Francesco Forni.
Cosa ne pensi del panorama musicale attuale italiano e non?
Mi piacerebbe ci fossero più artiste donne nel mainstream italiano e non. Soprattutto in Italia, ci sono e conosco tante artiste di talento con lavori musicali interessanti che purtroppo restano nell’ombra di un mercato discografico più preoccupato a seguire le mode del momento che a scoprire la bellezza e l’unicità di un progetto artistico vero e, appunto, “necessario”.
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